Intervento di Katiuscia Di Rocco
I seminari furono istituiti dal Concilio di Trento nella sessione del 1563 e Brindisi fu una delle prime diocesi dell’Italia meridionale ad averlo. Fu istituito da mons. Giovanni Falces nel 1608, il quale, secondo un inedito rogito notarile, nel 1632 aveva assegnato sostanze e beni all’istituzione che aveva sede in vicino Sancti Nicolai Foggiani et Sancti Demetrii, nelle vicinanze cioè del palazzo della famiglia Mezzacapo
Infatti, la mancanza di un seminario in Brindisi era stata rilevata dal vescovo di Foligno, Tommaso Orfini, visitatore delle chiese del regno per ordine di Pio V.
BAD, Archivio Capitolare di Brindisi, ms AN/1, doc.22 (1 luglio 1632 in copia notarile del 9 giugno 1759)
L’edificio restò “derelitto” fin dopo la morte di mons. Falces, ma fu completato e inaugurato dall’arcivescovo Francesco Ramirez (1689-1697), anche se questa sede non apparì né “comoda” né “convenevole” a mons. Paolo Villana Perlas (arcivescovo di Brindisi dal 1715 al 1733) che, nei primi mesi del 1720, indusse il procuratore del Seminario, il canonico Francesco Morales, a comprare gli immobili che si affacciavano a piazza Duomo.
I lavori del nuovo seminario iniziarono nel 1720, come sanciva l’epigrafe latina riferita da Ortensio de Leo e pubblicata dal Guerrieri,
D. O. M. / CLEMEN. PP. XI. AC. CAROLO VI IMPER. / ET III, HISPANIAR. REGE. / AERCHPRAESULATU. ILLMI. ET. RMI. D. D. PAULI. DE / VILANA. PERLAS. / SINDACATU. D. D. NICOLAI. BRANCASI. / OPITULANTIBUS. / CLERO. ET. POPULO. BRUNDUSINO. / DIE. XXVI. MAII. 1720. / PRO. BASE. SEMINARII.
Per la realizzazione dell’edificio mons. Perlas aveva utilizzato 30.000 ducati del suo capitale personale e aveva destinato all’edificio le pietre e i marmi del tempio di S. Leucio diruto. L’incarico per il disegno e per la costruzione fu affidato all’architetto e scultore Mauro Manieri di Nardò, che aveva eseguito in Lecce la statua di S. Irene nel 1717 e il rifacimento di quella di S. Oronzo nel 1737.
Nella facciata dell’edificio, costruito per la maggior parte in carparo, fu realizzata una marcata trabeazione, costituita da un’architrave, un fregio e una cornice, sulla quale si innalzavano otto statue in pietra di Carovigno scolpite dal Manieri, raffiguranti la Matematica, l’Eloquenza, l’Etica, la Teologia, la Filosofia, la Giurisprudenza, la Poetica e l’Armonia, scolpite dal Manieri, il quale dovette ricostruire il prospetto crollato durante il terremoto del 1743 con una smaliziata capacità compositiva, in grado di raggiungere un sommesso, ma elegante movimento d’insieme.
Agli inizi dell’Ottocento mons. Annibale De Leo (arcivescovo di Brindisi 1799-1814) nelle visite pastorali descriveva il seminario di Brindisi ben organizzato e diretto da un rettore “vigilantissimo”. La Curia imponeva regolarmente la tassa innocenziana, anche se le entrate erano molto esigue. Il seminario aveva 60 convittori, 12 dei quali non pagavano nulla, per la regola di fondazione. La disciplina e il servizio liturgico nella cattedrale erano regolarmente rispettati. I ragazzi erano divisi in sei gruppi ed istruiti nelle varie discipline sotto il controllo dei canonici deputati dal capitolo.
Mons. De Leo aveva, infine, messo in essere una biblioteca per i seminaristi, arricchendola di 6.000 volumi da lui stesso donati e fissando un regolamento per il suo funzionamento e una rendita annua con il regio assenso.
Con il decreto luogotenenziale del 17 febbraio 1861 anche il seminario di Brindisi fu occupato dai militari e precisamente dal 30° Reggimento di linea poiché, come ente ecclesiastico era soggetto alla confisca e vendita dei beni. Nel 1863 il Comune rivendicò la proprietà dell’edificio chiedendo fosse sede del Ginnasio e lasciando all’arcivescovado la disponibilità del secondo piano per l’impianto di una scuola di teologia. La spartizione fu concretizzata nel 1866.
Nei locali ancora disponibili l’arcivescovo Luigi Maria Aguilar (1878-1892) riattivò le attività seminariali rimaste vitali sino al secondo dopoguerra. Oggi l’edificio è tornato nella piena disponibilità della diocesi e attualmente ospita le principali funzioni direttive.
Importato dalla nostra pagina Facebook:
#FototecaBriamo42 (presso Biblioteca Pubblica Arcivescovile “A. De Leo”)
Brindisi. Modellino di una delle statue dal frontone (ndr II° piano) del Palazzo del Seminario. Proprietà ing. A Cafiero
Com’è noto l’architetto e scultore Mauro Manieri, nel 1720, non si occupò soltanto del disegno e della costruzione del nuovo Seminario che noi vediamo in tutto il suo splendore campeggiare in piazza Duomo; ma, egli scolpì personalmente anche tutte le statue in pietra di Carovigno rappresentanti la Matematica, l’Eloquenza, l’Etica, la Teologia, la Filosofia, la Giurisprudenza, la Poetica e l’Armonia.
Per compiere quest’ultimo lavoro è probabile che egli si sia avvalso proprio dei due modelli (purtroppo solo due) che vediamo nelle foto del prof. Briamo. Poichè da pochi giorni si è completato l’ultimo restauro delle statue cogliamo anche l’occasione per far conoscere l’esito dei lavori almeno per queste due riservandoci di farvele vedere tutte in una prossima tornata.
Nostro post del 2 agosto 2019 sulla pagina fb di Brundarte
Nel 1720 l’arch. Mauro Manieri scriveva al Marchese di Rialto per dire, non senza una punta di soddisfazione, che suo fratello l’Arcivescovo Fr. D. Paolo de Villana Perlas aveva provveduto a edificare un “sontuoso” Seminario e tutto questo lo inseriva sotto la mappa che provvedeva a inviargli e che noi vi mostriamo grazie al prof. Briamo che l’ha fotografata lasciandocene traccia.
Sulla mappa c’è il disegno dello stemma del casato dei Villana Perlas, il cui originale si trova attualmente ancora esposto sul palazzo del Seminario.
“All’Illmo. Sig.re D. Raimondo de Villana Perlas
Marchese di Rialto
Tra le Opere degne tutte di eterna memoria che si ammirano in Brindesi, ordinate e poste su dalla generosa pietà di Fr. D. Paolo de Villana Perlas degnissimo Fratello di VS. Illma., una tra le moltissime è l’edifizio di un ben capace, e sontuoso Seminario, il disegnamento della di cui Facciata riverentemente le presenta. 1720
Mauro Manieri”
Delle otto statue esposte ci sono arrivati i disegni, purtroppo, solo di sei che in ogni modo presentiamo.
Nel 1966 il prof. Briamo fece opera meritoria fotografando tutte le statue esposte e bisognose di restauri anche allora. Noi ve le proponiamo dopo i recenti restauri terminati a luglio di quest’anno.
Katiuscia Di Rocco
Direttrice Biblioteca Pubblica Arcivescovile “A. De Leo”, Docente di Storia della Chiesa presso l’istituto Superiore di Scienze Religiose di Brindisi
Fonti
Katiuscia Di Rocco, Regesto delle platee conservate presso la biblioteca pubblica arcivescovile “A. de Leo” in “Parole e Storia – Rivista Dell’istituto superiore di Scienze Religiose “San Lorenzo da Brindisi” dell’Arcidiocesi di Brindisi e Ostuni”, 18 (2015).